Voglio spiegare in modo semplice ed estremamente chiaro cosa fa Bcode, perché è possibile da subito, ed in modo accessibile, realizzare il proprio progetto Web3, e come Bcode permette di risparmiare sui costi e di generare nuovi incassi.
Se mi segui fino alla fine capirai perché potrebbe essere decisamente conveniente (risparmio di costi ed aumento del fatturato) oggi, per il tuo business, sviluppare una proposta di valore in ambito Web3 ed integrare una nuova classe di dati nel tuo crm.
E quanto può essere semplice ed accessibile realizzare tutto ciò grazie a Bcode.
All’inzio della rivoluzione di internet, realizzare un sito web era estremamente complesso e costoso, decisamente non alla portata di tutti.
Se sei un giovane lettore probabilmente non conosci alcune problematiche che io ed i miei colleghi millenials abbiamo sperimentato. Ricordo per esempio le difficoltà e le discussioni (in azienda o coi clienti) per realizzare un sito web.
Difficoltà dovute sia dalla naturale reticenza al cambiamento espressa in frasi del tipo: “Perché dovrei realizzare un sito internet quando ho le brochure?”; ma anche difficoltà squisitamente tecniche.
I costi per la realizzazione di siti internet custom erano elevati ed i tempi lunghi. E ogni volta che c’era da apportare qualche modifica al sito, occorrevano uno o più sviluppatori.
Per non parlare delle dinamiche di lead generation o della complessità dell’invio di mail in modo automatico. O banalmente della connessione alla rete.
Se l’hai sperimentato sai esattamente di cosa parlo.
A causa di queste problematiche, della volontà di non innovare, e di un insieme di altre scuse più o meno plausibili, molti hanno provato ad ignorare il web, pensando fosse qualcosa di inutile e senza valore.
Ma come sempre l’innovazione avanza inesorabile.
E infatti oggi chiunque può creare un proprio sito web, e coinvolgere gli utenti, in autonomia ed a basso costo, senza possedere necessariamente delle competenze di programmazione.
Cos’è successo nel frattempo? Sono nati strumenti come WordPress, Elementor, Squarespace, Mailchimp, Cloudfare ecc.ecc. che permettono a chiunque di creare da subito il proprio progetto su internet in modo semplice ed accessibile.
Ecco, Bcode fa esattamente la stessa cosa ma nel Web3. E’ come se Bcode fosse un’insieme dei vari tool che ho elencato in precedenza e ti permette da subito, senza programmazione ed in modo economico, di creare un progetto Web3, comunicare con gli utenti ed offrire loro valore.
Hai già il tool pronto all’uso e no-code per realizzare il tuo progetto Web3.
Se pensi che gli NFT siano delle figurine digitali senza un reale valore, ti sbagli. O almeno, non è quello che facciamo in Bcode.
Non ci siamo interessati molto ai fenomeni speculativi legati agli NFT, non ci abbiamo mai creduto e non abbiamo mai investito in questa direzione. Siamo convinti, e i risultati ci danno ragione, che la vera natura degli NFT vada su un sentiero diverso.
Grazie a Bcode puoi creare degli asset digitali strutturati, ovvero realizzati apposta per coinvolgere gli utenti, per trasferire loro il possesso di un bene o di un valore.
Come si configura un NFT, come puoi immaginarlo, se non è solo un’immagine? Immagina un “NFT strutturato” come se fosse un sito internet one page (intendo solo da un punto di vista di interfaccia ovviamente).
All’interno puoi trovare testi, immagini, banner, call to action, puoi certificare ed inserire file, trovi la possibilità di partecipare ad estrazioni, accessi ad aree web riservate, accedere ad eventi fisici con NFT, partecipare a votazioni esclusive e riservate, news dedicate agli utenti in possesso di questi asset e molto altro.
Tutto questo è creato dal brand (o da chiunque voglia costruire un NFT) ed è trasferito nel possesso dell’utente.
Nel Web2 gli utenti sono degli ospiti sulla tua piattaforma. Il loro account in realtà è tuo, della tua piattaforma.
Nel Web3 invece gli utenti possiedono il loro account e quanto esso contiene (per esempio un NFT). Il brand può creare e trasferire questi asset agli utenti.
Ma una volta trasferiti sono e rimangono in possesso degli utenti che li custodiscono nel loro account, detto Wallet. Tutti possono vedere chi li ha creati, quando sono stati trasferiti e chi li possiede in questo momento.
Ecco cosa fa Bcode: permette ai brand di certificare dei dati o creare in modo semplice asset digitali nel Web3 (asset digitali che contengono delle utilities per i clienti del brand). E poi permette agli utenti di ricevere in modo semplice questi asset e di custodirli nei loro wallet (account Web3) per usarli.
L’utente, attraverso il proprio wallet, può conservare ed utilizzare tutti gli asset digitali, prodotti dai vari brand con cui entra in contatto, in un unico account.
E potrà accedere ai servizi di ogni brand con un unico account. Non serve più avere 10 login diversi per accedere a 10 brand diversi.
Tutto questo è già presente ed utilizzato dai clienti di Bcode grazie ad un software no-code che crea e permette ai brand di gestire tutte queste dinamiche in modo semplice e senza complessità di ux/ui.
Gli utenti sono in possesso dei loro dati ed utilizzano questo sistema così evoluto molto spesso senza rendersene conto, ma il motore nascosto sotto l’interfaccia grafica è estremamente potente.
In fondo però si deve ridurre tutto ad una user experience molto semplice.
Ovvero tutto ciò che non abbiamo mai trovato nel Web3, a cominciare dai wallet più famosi (che sono anche i più complessi da usare) e che servono unicamente a possedere ed utilizzare criptovalute, costringendo gli utenti finali a complessità inutili anche per progetti di natura completamente diversa.
Nel Web2, ciò avviene su scala in due modi.
Con annunci pubblicitari su Google e sui social media e vari canali digital (con tutte le declinazioni del caso) o collaborando con un influencer per raggiungere il seguito che l’influencer ha costruito sui social media.
Entrambi i processi funzionano, ma sono inefficienti perché né tu né il tuo cliente possedete realmente la relazione tra di voi.
La connessione è essenzialmente affidata alla piattaforma che si utilizza per entrare in contatto.
Inoltre raggiungere questi utenti è costoso perché le piattaforme ti chiedono di pagare una somma più o meno grande e/o crescente per raggiungere più utenti possibili.
Bcode invece offre soluzioni interessanti che consentono a entrambi di possedere la connessione.
In che modo? Offre invece un modo semplice (tramite token) per verificare se chi dice di essere vostro cliente è realmente un cliente del brand e per fare in modo che rimanga un contatto del brand e non della piattaforma!
Questo permette di premiare coloro che sono davvero più fedeli perché il meccanismo si basa sul possesso dimostrabile (in modo certo), inalterabile e incorruttibile di un asset digitale creato dal brand e rilasciato all’utente in relazione per esempio all’acquisto di un prodotto.
Se dico di possedere un NFT associato ad un prodotto del brand posso dimostrarlo e posso per esempio dimostrare di aver acquistato un determinato bene.
Immagina ora di poter ricompensare tutta la tua base di clienti e di poter raggiungere anche chi ha acquistato un solo prodotto dal tuo brand o chi ha fatto acquisti nel tuo negozio una sola volta.
Quanto potrebbe crescere la fedeltà di un cliente verso il brand? Quanto vale la possibilità per un brand di poter raggiungere tutti i consumatori finali che acquistano un loro prodotto o servizio senza chiedere dati degli utenti ma rilasciando prima tutto un valore nelle loro mani (un asset digitale creato su Web3 e trasferito all’utente).
Immaginiamo la scena e quello che realmente succede nel dietro le quinte grazie all’utilizzo di Bcode.
Pensa di acquistare un paio di scarpe, un prodotto al supermercato, un capo di abbigliamento, un prodotto di bellezza o il biglietto ad un concerto. Quello che preferisci.
Al momento dell’acquisto trovi all’interno dell’oggetto un Qr-Code.
Scansionando il Qr-Code ricevi in automatico, senza complessità tecnologiche o economiche (quindi senza dover acquistare e gestire criptovalute) un NFT.
E qui voglio sottolineare velocemente 3 aspetti importanti:
Dove ricevi questo NFT? All’interno del tuo wallet non-custodial Bcode (una semplice applicazione che sta sul tuo telefono e di cui solo tu possiedi l’accesso, il tuo account unico per accedere al Web3) e puoi iniziare ad utilizzare questo oggetto digitale (vediamo a breve la risposta alla domanda che ti stai facendo: “lo utilizzo per fare cosa?”).
Vedila semplicemente come un’app sul tuo smartphone. Un’app molto potente di cui solo tu possiedi l’accesso, come se fossero le tue chiavi di casa. E’ tua.
Per i lettori tecnologicamente più maturi: sicuramente ti starai chiedendo se gli NFT generati tramite Bcode possono essere trasferiti anche su altri wallet.
La risposta è: certamente si. Cambia molto però la modalità di visualizzazione del token e qualora dovessi trasferirlo su altri wallet non troverai le funzioni NFT tipiche di Bcode che scoprirai tra qualche riga semplicemente perché gli altri wallet non sono stati creati per permettere agli utenti di utilizzare realmente gli NFT ma solo per conservarli al massimo e gestire criptovalute.
A questo punto il brand può dialogare con i propri utenti finali direttamente tramite il wallet Bcode senza avere la necessità di chiedere all’utente dati sensibili (questo perché Bcode permette ai brand di inviare messaggi diretti all’interno del wallet utente, se l’utente lo consente ovviamente).
Il brand può parlare con un interlocutore anonimo o pseudonimo (ma che sa essere suo cliente) con cui può costruire una relazione non basata sull’utilizzo dei dati sensibili dell’utente (che rimangono in possesso dell’utente) ma una relazione basata su una profilazione diversa, una profilazione che dipende dal tipo di asset digitali che sono possesso dell’utente.
Questo asset digitale (il NFT che l’utente ha ricevuto) è stato emesso dal brand (e tutti possono verificarlo su blockchain) ed è stato trasferito direttamente nella disponibilità dell’utente senza necessità di avere nel mezzo una piattaforma terza.
Bcode è solo un layer intermedio che facilita la creazione e la lettura di dati che si trovano su blockchain (permissionless per altro, per i più tecnici)!
Un facilitatore per la creazione di progetti su Web3 per le aziende e per l’utilizzo da parte dei clienti finali.
Come ti dicevo all’inizio di questo post: è come se Bcode fosse insieme WordPress, Elementor, mailchimp e Gmail del Web3; un sistema che permette ai brand di creare progetti Web3 senza complessità e senza scrivere una riga di codice, ed agli utenti di usufruire di questi progetti in modo semplice, cosi come oggi sono abituati ad utilizzare un’app o leggere appunto Gmail.
Pronto all’uso ed accessibile.
Perché hanno la possibilità di realizzare da subito, senza effort tecnologico, senza investimenti onerosi e senza sforzo, il proprio progetto Web3 per potenziare il proprio crm ed accedere ad una nuova classe di dati e sviluppare nuovi modelli di business.
E la risposta alla domanda che ti stai facendo è: si! Il tuo crm può essere integrato coi dati Web3.
Ora però voglio rispondere alla domanda di poco fa: “per cosa può essere utilizzato questo asset digitale?”
Come dicevo nel primo capitolo, puoi immaginare il NFT che ogni brand crea come un sito. Una piccola App, o meglio Dapp (decentralized application), dedicata ad ogni tuo singolo cliente.
Immagina il NFT che puoi creare grazie a Bcode come un’app del tuo brand che non ha bisogno di essere scaricata dall’utente (che tanto non la scarica ed in ogni caso la disinstalla dopo poco tempo. Suvvia, sii sincero, quante app di brand hai sul telefono? Sii onesto)
All’interno di questo asset digitale puoi inserire nativamente davvero un mare di contenuti esclusivi (e segreti), contenuti e documenti di valore e riservati per la tua community (o per ogni singolo utente della community!).
A questi contenuti potranno accedere solo coloro che sono in possesso di questo asset. Solo loro e nessun’altro! E senza necessità di accesso tramite login con user e password, come spiegato in precedenza.
Si tratta di un luogo dove puoi comunicare direttamente con la tua community e sapere effettivamente quanti utenti hanno la tua dapp, senza intermediari.
Un sito che il brand rilascia al cliente e che il cliente conserva insieme a tanti altri token all’interno del suo wallet Bcode attraverso l’utilizzo di un’unica identità digitale (la sua, non quella che gli da il brand, infatti nel Web3 l’identità digitale è degli utenti, non dei brand o dei servizi che permettono agli utenti di accedere ai loro sistemi).
La risposta è contenuta direttamente nel modo in cui è stato costruito il wallet Bcode, ovvero Bcode Walletplace.
Come funziona il wallet utente? All’interno di Walletplace, oltre ad avere la possibilità di conservare ed utilizzare i propri asset digitali, gli utenti hanno a disposizione una sezione che abbiamo denominato Explorer, e dove possono scoprire i brand ed i progetti che vengono rilasciati tramite l’utilizzo di Bcode.
Per un brand che utilizza Bcode per la creazione del suo progetto Web3 questo significa poter accedere direttamente alla community di Bcode e sfruttare questo effetto leva per il proprio progetto.
Come fa un brand a coinvolgere un utente che utilizza Walletplace? Semplicemente descrivendo il proprio progetto nella sezione dedicata ed indicando agli utenti come entrare in possesso degli NFT del brand.
A breve sarà possibile, per i brand che lo desiderano, creare degli NFT riscattabili dagli utenti direttamente nella sezione Explorer del wallet tramite dinamiche di riscatto a tempo o ad esaurimento scorte (creo 100 NFT disponibili solo per i primi 100 che ne fanno richiesta).
Vediamo alcuni di questi elementi:
Ora, la parte più interessante è che grazie a Bcode, all’interno del NFT è possibile inserire non solo l’accesso ad un’area riservata del sito internet del brand che ha emesso il token.
Ma è possibile permettere l’accesso anche all’area riservata di siti di terze parti (sponsor) che possono installare il plugin di Bcode e permettere l’accesso alla propria area riservata solo ai possessori di un NFT terzo previo accordo con il brand che l’ha emesso.
Questo significa che uno sponsor, nel corso di un’operazione di co-marketing, può far leva sulla community di un brand terzo (pagando) per offrire valore alla community stessa rispetto al proprio prodotto o servizio (anche qui è possibile inserire nell’area riservata contenuti esclusivi piuttosto che e-commerce dedicati).
In tutto ciò non esiste scambio di dati degli utenti tra i brand. Questo abilita nuovi modelli di business e cambia completamente le regole del gioco!
Bcode è stata fondata per far sì che questa tecnologia possa essere scalata e fornita a tutti i marchi e le aziende desiderosi di abbracciare il Web3 e di beneficiare in modo accessibile dei vantaggi messi a disposizione da questa tecnologia.
Quindi di fatto grazie ad un’unico sistema succede tutto questo:
Non sto raccontando cosa si potrebbe fare col Web3. Sto descrivendo esattamente ciò che i clienti di Bcode ed i loro utenti stanno già facendo.
Quelle che innovano, sperimentano, sono in qualche modo pioniere nel loro settore e continuano a capitalizzare enormi vantaggi competitivi perchè si muovono per prime rispetto alla concorrenza ed offrono valore ai loro clienti.
Poi ci sono le aziende dell’ “abbiamo sempre fatto cosi”, che giustificano la propria passività dando la colpa al consumatore: “ma i nostri clienti non.. usano le app, il telefono, il sito.. (inserisci la giustificazione che preferisci)”.
Se appartieni alla seconda categoria, Bcode non fa per te. Ma se sei un innovatore, se vuoi essere sempre qualche passo avanti e vuoi portare sempre nuovo valore ai tuoi clienti, se sei attento al risparmio sui costi ed alle nuove opportunità di business, allora Bcode può essere sicuramente il tuo partner nella nuova era del web che è appena cominciata.
Andrea
Founder @Bcode